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I primi 6 principi del metodo agile

12/05/2021 Michele Minazzato Commenti disabilitati su I primi 6 principi del metodo agile
Foto di ThisIsEngineering da Pexels

Perché usare il metodo agile?

Perché il metodo agile è sempre più diffuso?

Una risposta breve può essere questa: perché i metodi precedenti, basati su fasi sequenziali definite a priori, hanno sempre fallito. L’agile è un metodo iterativo e incrementale che, a conti fatti, garantisce una percentuale di successo maggiore rispetto ai metodi tradizionali, soprattutto nello sviluppo di software.

In questo e nel prossimo articolo proverò a scavare più a fondo, analizzando i dodici principi alla base del metodo agile e quali vantaggi portano in termini di project management.

1. La priorità è soddisfare il cliente, rilasciando software di valore fin da subito e in maniera continua

Cosa si intende con “software di valore”? Se nella lean manufacturing il valore è tutto ciò per cui il cliente è disposto a pagare, nello sviluppo di software il valore è tutto ciò per cui il cliente è disposto a pagare e ad usare. Questo perché, lavorando in ambienti dedicati alla realizzazione di prodotti non-materici, è difficile definire con precisione quale sarà l’output del lavoro. 

Questo output è qualcosa di potenzialmente molto diverso da quello che il cliente si aspetta: possiamo quindi dire che il cliente paga l’idea iniziale e usa il risultato finale.

2. Vengono accolti i cambiamenti dei requisiti anche in fasi avanzate dello sviluppo. I processi agili sfruttano il cambiamento a favore del vantaggio competitivo del cliente.

Questo principio viene spesso frainteso, soprattutto dai clienti, che lo interpretano come la possibilità di poter richiedere cambiamenti e modifiche in ogni momento a loro discrezione. Ovviamente, non è così: più l’andamento del progetto è stabile, migliore sarà la qualità del risultato finale. 

Il secondo principio dice che qualora non sia possibile garantire la stabilità del progetto, bisogna valutare il cambiamento richiesto: se il cambiamento che si vuole introdurre porta un vantaggio competitivo per il cliente, allora il cambiamento deve essere accolto. 

Teniamo anche presente che l’agile funziona molto bene in due scenari:

  • progetti con molti elementi indefiniti, in cui è fondamentale adattarsi ai cambiamenti in corso d’opera;
  • progetti in cui non si lavora per creare un prodotto ma per obiettivi. Ad esempio, rendere più efficiente l’assistenza clienti di un’azienda è un obiettivo che si può conseguire in molti modi diversi.

3.Si consegnano software funzionanti con cadenza variabile da un paio di settimane a un paio di mesi, preferendo periodi brevi. 

Si parla di software, ma questo principio può essere esteso a progetti di ogni tipologia. Il concetto di base è ridurre al minimo il lead time, cioè il tempo di consegna. 

Se ci appoggiamo di nuovo alla filosofia lean, possiamo ragionare su takt time e cycle time, rispettivamente il ritmo con cui il mercato richiede il prodotto e il ritmo a cui riusciamo a realizzare tale prodotto: più questi due parametri sono allineati, più l’azienda è efficiente nel rispondere alle esigenze di mercato.

Il metodo agile segue lo stesso principio e prevede ritmi di consegna elevati, per rispondere a una richiesta di mercato spesso incalzante. Nella modalità più semplice, l’allineamento dei parametri si ottiene riducendo il tempo di produzione. 

Il 4°, 5° e 6° principio presentano delle analogie fondamentale: si basano sul fatto che l’interazione tra persone è la parte più importante per avere successo. 

4. Committenti e sviluppatori devono lavorare insieme per tutta la durata del progetto. 

Secondo il tradizionale modello a cascata, l’apporto del cliente è richiesto solo nella parte iniziale e finale del progetto, con la sola eccezione di qualche meeting intermedio. Al contrario, l’agile prevede che questa interazione sia continua durante l’intera durata del progetto. L’interazione va sicuramente standardizzata in meeting periodici, ma può essere richiesta in base alle necessità e alla variabilità del progetto.

5. I progetti si fondano su individui motivati, ai quali viene dato l’ambiente e il supporto di cui hanno bisogno, e si confida nella loro capacità di portare a termine il lavoro. 

I cardini di ogni progetto sono gli strumenti giusti e un ambiente propositivo in cui la fiducia è reciproca tra tutti i membri del team.

6. Una conversazione faccia a faccia è il modo più efficace ed efficiente di comunicare all’interno e all’esterno del team.

Pensiamo ai progetti di sviluppo del software: sebbene gli sviluppatori adorino usare strumenti di conversazione digitali, spesso preferiscono avere una conversazione faccia a faccia.

È lo stesso motivo per cui molte aziende investono nel team building: prima di ragionare su filosofie e modelli di gestione dei processi, l’agile stabilisce che la priorità debba essere il continuo scambio di informazioni tra cliente e team di sviluppo. 

È quindi essenziale creare un ambiente di lavoro sano e produttivo in cui le persone abbiano la serenità di comunicare facilmente faccia a faccia, all’interno del team ma anche all’esterno, in modo da attivare quel meccanismo di fiducia reciproca spesso consente, da solo, di risolvere la maggior parte delle criticità. 

Nel prossimo articolo prenderò in esame gli ultimi 6 principi del metodo agile.

  • Agile
Michele Minazzato

Agile addicted | Software Engineer | Creatore della piattaforma PLOT

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